Decidere di rivolgersi ad uno psicologo non sempre è un'operazione facile da fare. Spesso si fa riferimento a preconcetti come “dallo psicologo ci vanno i matti” oppure “nessuno è in grado di capirmi davvero” oppure “se si viene a sapere che vado dallo psicologo chissà cosa penseranno”. È comprensibile sentirsi spaventati e pieni di dubbi, come di fronte a ogni cosa nuova che si affronta, ma è importante sapere che lo psicologo è si una figura professionale che ha una formazione specialistica rispetto al funzionamento e ai disturbi della sfera psichica, ma è in primo luogo una persona come noi, che vive e sperimenta tutti i vissuti e le fatiche tipiche della condizione umana e che non si pone su un piano di superiorità, ma su uno di condivisione, collaborazione e comprensione, perchè mosso dalla profonda motivazione di essere d'aiuto. Quando si vive uno stato di disagio o di malessere psicologico è importante potersi permettere di chiedere aiuto.
Dopo aver fissato un primo colloquio inizia la fase della consultazione: ci si conosce, si parla di ciò che ci ha condotti qui e di cosa si vorrebbe cambiare o migliorare nella propria situazione. Lo psicoterapeuta può avvalersi di diversi strumenti: il colloquio clinico, la raccolta anamnestica, la messa in campo di eventuali strumenti testali, volti a inquadrare meglio la situazione, la problematica portata e il funzionamento psicologico del paziente.
Al termine della consultazione c'è la restituzione, un incontro durante il quale il terapeuta mette a fuoco insieme al paziente quale può essere l'intervento di cura più adatto.